#Queneauchallenge #esercizidistile #Poliptoti #38

POLIPTOTI

La ragazza si sveglia protestando e corre in salotto, tappezzato da volantini di protesta. Nonostante la protesta, c’è il sole ad Agosto a Berlino e la protestatrice- protestatrice non è protestante eh, è agnostica- balla i CCCP. “Non studio, non lavoro, non protesto, non guardo la tv”. Mentre la musica la guida in movimenti scoordinati, il suo ragazzo protesta nell’altra stanza contro la stampante. Ha fretta, è la protesta dei giovani che ne vogliono fare troppe, o che ne devono fare alcune solo e soltanto per i soldi. I volantini di protesta vengono da un banchetto estivo per i diritti delle persone che si trovano ad attraversare il Mediterraneo in maniera illegale. Mentre si dimena, la protestatrice non si accorge che oltre ai volantini c’è anche un marsupio nero a terra e per protesta ci inciampa. In realtà non per protesta, ma per disattenzione. Sopra c’è scritto “Si protesta meglio senza nazisti” o “Si vive meglio senza i nazisti”. La verità è che tra vita e protesta ci sta al momento un intero (qualcuno qui, protestando, dirà “non può essere un intero!”)  Zeitgeist.  Ma chi non protesta non lo sa. Il ragazzo corre via, sbattendo la porta. Senza protestare troppo, la ragazza si rialza e va al pc dove articoli di protesta le brillano sulla homepage. “Un blog di protesta!” esclama dentro di sé, pensando a tutti quelli che continuano a dirle che dovrebbe aprire un blog per protestare meglio. Scrivere sta fra il protestare e il vivere, dà corpo allo spirito del tempo in protesta. Non vuole che si protesti soli. Che ci bastino i mi piace materni, che siano link distaccati. Deve essere una terapia, questa protesta, per le vite di quelli che con tutto il vivere fanno protesta.  Contro quelli che porcapigna se vedo un’altra volta l’hashtag con “tutte le vite importano” mi importa una sega vi tiro una di quelle proteste altro che linguaggio poetico che tanto magari manco ci arrivate.

#BLM