Io e la mia mascherina

Io e la mia mascherina stiamo bene insieme. In questo clima di terrore medico e polemiche pandemiche, vi voglio proporre un articolo demente. Perchè alla fine ora c’è più bisogno di escapismo. Escapismo totale non mi riesce, ma da ipocondriaca serva del potere vi propongo la mia lettera d’amore per la mascherina. Scortesemente denominata museruola o bavaglio da chi non ha avuto la fortuna di vedere le incredibili proprietà di questo oggetto, scopriamola insieme. 10, anzi 11 motivi per amarla.

  1. Non devi farti i baffi. Nonostante sia molto contro la depilazione come imposizione sociale, alle volte lo devo fare, per abitudine, per un trauma che mi è rimasto da quando mi sfottevano o chissà perché. Quando ero al liceo Frida Kahlo era solo una bisessuale comunista che aveva dipinto quadri in messico e scopato, fra gli altri, Trotsky. Avere il baffo non era sta gran cosa e se eri del genere femminile poteva anche essere che tutte le genti ti sfottessero. Ebbene ora non più. Non importa quale icona bisex o gay ci sia al momento, nessuno potrà fare commenti perché nessuno vedrà i tuoi baffi. Sto pensando di farmeli crescere alla Dalì.
  2. Riscalda. Certo dipende da dove abiti ma qui a Berlino è una cosa molto comoda. Anno scorso avevo googlato “scaldanaso” in preda all’ennesimo raffreddamento imbarazzante. Solo wish mi proponeva delle cose ma non ero certa che non fossero oggetti sadomaso. Sapete come è wish. Ho pensato che forse dovevo diventare religiosa e comprarmi un niqab di lana, poi mi sono accorta che sta cosa poteva essere un po’ offensiva. Passamontagna? E poi, eccola: lei, la mascherina. Comodi elastici, posso rimanere agnostica razionalista e non mi si gela il naso. Il baffo, neanche a dirlo, aiuta.
  3. Copre il naso. Mi rendo conto che anche questo sia un capitolo di body shaming che devo rielaborare, tuttavia mi piace immaginare di avere un nasino alla francese alle volte. Posso fare come la Penelope del film ed essere qualcun altro per un po’. Alle volte mi chiedo come sarebbe stata la mia vita se avessimo sempre dovuto portare le mascherine. Nessuno al liceo mi avrebbe sfottuta per il naso aquilino, magari il figo della 3B si sarebbe innamorato di me, sarei cresciuta con molta più autostima e molto meno raffreddore. Magari sarei finita in politica, sarei stata una leader. Avrei perso la verginità, che, per la cronaca, NON ESISTE, molto prima e sarei diventata una diva del porno con la mascherina. Altro che Miss Keta! Pensateci, dove sareste adesso se aveste sempre potuto indossare una mascherina? Ve lo dico io, più in alto, qualsiasi cosa sia l’alto per voi.
  4. Protegge dall’allergia. Non so se al posto di anidride carbonica io emetto cortisone. Ci sta, vista la quantità di volte in cui mi sono drogata per la rinite. Fatto è che quest’anno non mi è venuta. Meno polline fra le narici, aria filtrata. L’avessi saputo prima avrei avuto una vita diversa, e torniamo al punto 3 con l’aggiunta che sarei stata più veloce ai compiti di matematica di fine semestre, non dovendomi districare fra banchi di moccichini.
  5. Fescion. È come indossare una tela. Ci si può perdere le giornate nella personificazione. È la nuova tshirt, che dico, è la nuova Totebag. Brand, gruppi musicali, partiti politici, squadre di calcio, nazionalismo bieco, battaglie per i diritti umani. Con una mascherina si può dire molto a bocca chiusa. Il fatto che il messaggio si trovi sulla faccia poi fa sì che la gente ci faccia ancora più caso. Se per qualcuno è un fescion e per i fasci una museruola, per altri è un business. Spero bene che un giorno qualcuno mi pagherà per indossare la sua mascherina e io possa pagarmi gli studi con questo. Alla fine non c’è bisogno di essere una influencer. In Giappone mi pare paghino già la gente per la pubblicità sotto le ascelle. O forse è un’immagine di Wish che si confonde con i miei sogni più proibiti. Non lo so. Alla fine come influencer per l’influenza mi ci vedo un sacco. Fare dell’ipocondria una virtù capitalista sarebbe un esperimento divertente. Al di là dell’attivismo, la mascherina è diventata veramente il Nuovo Oggetto. Nella moda orientale erano già presenti diversi modelli, faceva già parte della loro cultura e spesso del loro quotidiano, e ora noi stiamo facendo tutto uguale ma in versione molto meno Kawaii. Come al solito.
  6. È molto rad. Rad è un termine che ho imparato durante la pandemia. Viene da radical, radicale, e si utilizza per descrivere quella che per noi è l’estetica del lanciatore di bombe carta. Certe mascherine sono molto badass, diciamocelo. E la mascherina nera, col cappuccio nero, di notte, mentre magari ascolto uno dei testi meno misogini di rapper consigliatemi da Youtube, mi fa sentire forte e pericolosa. Che pure camminare di notte nei vicoli è diventato il mio mestiere. Reclaim the night, wear your mask. Forse è anche perché si vede meno che sono una donna e sembro più un ragazzino anni novanta che cerca rogne. Ed è bello, se una non pensa che in realtà si sarebbe sempre potuta sentire così anche senza mascherina se la società fosse meno cacca patriarcale. Ma non pensiamoci. Alle volte mi immagino di stare andando a rapinare una banca per dare tutti i soldi ai senzatetto e nessuno mai si immaginerebbe che invece sto andando dall’urologa.
  7. Genderblender Ricollegandomi al punto sopra, è molto più difficile affibbiarmi un gender. Gli occhi sono una parte molto neutra a mio parere. Conosco molti uomini molto più in grado di me di usare il mascara, e quindi neanche quello è un segno distintivo. Ergo, sei quello che vuoi, sotto la maschera. Ti protegge. A me questa cosa lascia una libertà addosso non indifferente. Mi ricordo che Simone De Beauvoir nella prima parte della sua biografia raccontava come si vestiva da uomo di notte ed andava nei bar. Ora capisco molto meglio. Capisco che il tutto vada contestualizzato, ma la possibilità di presentarsi come corpo senza gender nella società è incredibilmente liberatorio. Presentarsi come il genere “opposto”, nel mio caso, meno pericoloso e molto divertente. La mascherina sta alla vita sociale come Judith Butler sta agli studi di genere.
  8. Placebo cioè diciamolo che alla fine ci protegge e anche se non lo fa al 100 per cento va bene lo stesso. Perché io e la mia mascherina stiamo bene assieme. Ho provato diversi modelli per poi giungere alla perfezione del doppio strato con filtro intercambiabile e tessuto impermeabile. Alla volte rientro in casa e mi dispiace quasi levarmela. Ormai è parte di me, e mi va benissimo così. Anche se non servisse ad un cappero, comunque mi serve a livello psicologico. Mi sento meno a rischio.
  9. Copre la puzza. Avete presente quando in metro ti si siede accanto quello che pare il CEO di una cosa inutile, laccato, con la valigetta e quel profumo che sa proprio di sfruttamento capitalista? Ecco, grazie alla mascherina non è più un problema. Il bambino che ti ciancica la banana davanti inondando il vagone di quella puzza gialla nauseabonda? Anche quello non è più un problema. Puzzi perché sei sempre in home office e ti scordi che in realtà a breve hai un appuntamento e non hai più tempo per lavarti? No problem. Tu non sentirai nulla, solo gli altri ti staranno lontani. E alla fine è meglio così per tutti.
  10. Solidarietà. Alle volte mi piace immaginare che tutti la indossino per proteggere il prossimo. Come un grande segno di civiltà. Lo so che in realtà è molto spesso per non beccarsi la multa da 50 euro minimo, ma io mi nutro di utopie. E alle volte fanno anche bene alla mia salute mentale.
  11. Antropologia Trovo questo cambiamento antropologico molto stimolante. Da Amelie dedita al voyeurismo sono passata a Sheldon Cooper e alle gioie della misantropia. Quello è il mio posto, adesso. Ho sempre trovato la storia degli abbracci fra sconosciuti e del mancato rispetto degli spazi di alcune culture molto problematico. La mascherina ci ricorda che ci dobbiamo muovere come pedine, non impedisce la gentilezza e l’umanità ma ti dà anche la possibilità di star loro lontano. La gente sta sviluppando la capacità espressiva degli occhi sempre di più, volano occhiolini come se non ci fosse un domani e tutto questo è anche grazie alla mascherina, che ci fa vivere questi tempi interessanti. Levarsela sta diventando quasi un gesto di fiducia e intimità. Ci fosse stato prima questo codice il tizio che cercai di baciare anni fa non si sarebbe scansato dicendomi “Che stai facendo?” ma avrebbe capito il gesto e avrebbe potuto fare lo stesso per manifestare il suo consenso. Oppure tenersi la mascherina facendomi capire che era ancora innamorato della sua ex. Guarda quanti esempi di un’umanità in evoluzione.

E voi perché amate la vostra mascherina? Quante ne avete e di che tipo? Diffondiamo amore contro i negazionisti del Covid. Love is love. Covid is Covid. Proteggi te e chi ti sta troppo intorno.