DISTINGUO
Un buondì (non di quelli motta, purtroppo) la ragazza (non di quelle che dicono “non sono come le altre” però eh) si alza banalmente dal letto (non di morte) e si sente felice (che comunque non è contenta) e inizia a ballare (ma senza la dittatura di una coreografia fissa) per la stanza (quindi non in giardino). Il ragazzo (non uno a caso, eh) sta cercando di stampare (non di ricopiare a mano) degli spartiti (che non sono tuttavia mai spariti). Deve andare alle prove (non del nove, presumibilmente, vista l’ora) e deve prendere tante cose con sé (ma non fa per tre). Si sente qualcuno inciampare su un marsupio (non di un canguro) e non si balla più. La cosa (e non la casa) si fa (che non vuol dire solo drogarsi) divertente (no, non vuol dire che tutte le volte che apro parentesi devo fare quello). La ragazza vorrebbe scrivere (non guadagnare soldi con attività casuali con l’unico scopo di aumentare il capitale, e manco il suo) e fare arte (non solo metterla da parte). Mentre pensa (e non poco), il musicista (non di musica tonale però) se ne va. Lo spirito del tempo (non del tempio) le fa una carezza (non troppo violenta) e lei pensa a sua madre (non solo perché le mette sempre mi piace ai post che scrive) e alla materialità (che non vuol dire sempre immanenza) dei volantini (che non sono quei bambini che scappano sempre all’asilo e per riacchiapparli devi fare una volata). Mi sono dimenticata (non di proposito) di dire che è Agosto (non Ottobre, come pensate sempre voi sporcaccioni), siamo (non siete) a Berlino (che non è più divisa da un muro) e questo esercizio (non commerciale, che schifo) voleva essere solo polemico (e non politico, no) anche se sul marsupio c’è scritto ( e non inciso): “Si vive meglio senza i nazisti”.