La sinistra che (si) odia

Ci volevano i fascisti al governo per farmi riprendere il blog in mano. Anche se non è un oggetto e “in mano” suona strano. Insomma, hanno fatto anche cose buone.

Questo articolo infatti non è contro di loro, è contro la sinistra. Non mi sono mai aspettata nulla dai fasci, la sinistra invece mi fa ripetutamente male al cuore perché vi ripongo le mie speranze. Abbiamo una sinistra che si odia, è come veder litigare i propri genitori da piccoli: è traumatico. Smettetela. La situazione è identica a quella pandemica che descrissi nell’articolo sulla pandemia: il gioco del capro espiatorio.

Spoiler: siamo tutti delle capre.

Chi sono i nuovi runner? Chi sono gli untori che hanno mandato al governo la Meloni? Chi ha votato unione popolare? Il popolino ignorante? Il PD che non sa fare neanche a fare finta di essere di sinistra? Soros? Putin? I boomers?

Qui raga è come con l’Orient Express, la buona politica la stiamo uccidendo tutti insieme appassionatamente. Ok, sto generalizzando ma è solo redistribuendoci le colpe e arrivando a qualche compromesso che se ne può uscire fuori. Invece ho le chat piene di gente incazzata nera che impreca contro i moralisti dell’1% e “il popolo”. Il popolo sei anche te, sono anche io. La Giorgia non è mica andata al potere con un assalto militare, è stata eletta democraticamente, per quanto il sistema elettorale faccia schifo. Ecco, appunto. Parliamo del sistema elettorale. Con i fuorisede che devono scegliere se pagare il gas o prendere il treno per andare a votare. Parliamo di quanti voti di sinistra persi ci siano lì. Di quanto questo inneschi una dinamica classista su due livelli. E il voto all’estero? Io conosco più persone italiane che vivono all’estero che viceversa. Gente che riceve il plico forse sì forse no chissà dove è finito Berlino è così grande, e solo alle volte sa entro quando richiederlo, gente che non si iscrive all’aire perché l’assicurazione sanitaria costa troppo e non riceve quindi nessuna informazione. Borda classismo. Naja. Il voto per posta non è un sistema che può funzionare in un’epoca di emigrazione di massa. Non può essere centralizzato solo sulle ambasciate, non stiamo tutti nelle capitali e se pensate che il voto digitale sia poco sicuro vi sfido ad intercettare i plichi dell’ambasciata e a dimostrarmi che la vostra argomentazione è valida. Forse costa troppi soldi? Ma io a questa scusa dei soldi ad un certo punto non ci credo più, i soldi sono usati male questo è, e l’economia la facciamo fuori dal dentro. Il sistema elettorale non va neanche bene nelle proporzioni poi, se si pensa di nuovo a noi poveri emigrati senza Gocciole a colazione, ai quali hanno levato non solo i frollini ma anche una reale voce politica.

Dopo il sistema elettorale, il mio secondo punto è questa moda del voto tecnico che, come d’altronde anche un governo tecnico, è qualcosa di non proprio antidemocratico ma abbastanza borderline. Votare tecnico tutta la vita per non farci andare i fasci, ci ha portato i fasci lo stesso. Il PD è andato avanti per inerzia e si è allontanato sempre più dagli ideali della sinistra. Che la gente non abbia più voglia di votarli è colpa loro, non della gente. Se proprio vogliamo fare il giochino delle colpe. Ci sono parti del PD che cercano di spingere a sinistra, certo, ma ad un certo punto se la relazione non funziona devi mollare la presa e non fare un bambino. Non so se mi spiego. Votare con la molletta sul naso è una tortura psicologica, specie se non è la prima volta. È come arrendersi, ammettere di non contare nulla, di aver perso il ruolo di cittadino attivo. Non possiamo, se siamo persone realmente di sinistra, prendercela a morte con chi ci prova, a superare quell’ 1%. Anche Fratelli d’Italia ha iniziato come un partito molto piccolo, c’è speranza.

Eh ma dall’altra parte ci sono i FASCI, mica una destra a caso. Gente cattiva che vuole levare i diritti alle donne, alle persone queer e migranti.

Moment, come si dice qui. I migranti stavano di merda anche prima e la sinistra al governo non ha mai abolito la legge Bossi-Fini. Per quanto riguarda i diritti civili della comunità LGBTQIA+, la cui terza lettera mi sta particolarmente a cuore, è vero. Dio, patria e famiglia al governo vuol dire addio Ddl Zan, addio matrimoni egualitari, addio famiglie arcobaleno riconosciute, il gender è il diavolo e i Pride l’apocalisse. Però i diritti civili non dovrebbero essere una cosa di sinistra, dovrebbero essere il minimo sindacale di una società progressista. Il cavallo di battaglia della sinistra è un cavallo di troia vuoto. Servono strategie di lunga durata anche sul piano economico e secondo me se hai paura a dire socialismo democratico come Giorgia ha paura a dire Gender c’è qualcosa che non funziona e se i diritti civili poi sono di breve durata che si fa? Serve una sinistra sostenibile.

Se c’è una cosa che ai fasci riesce bene e a noi non tanto è stare al gioco. Sono veri fascisti? O sono solo dei mezzi nostalgici strizzaocchi impantanati nella mafia fino al collo, pregiudicati a vita che diventano cattolici, secessionisti o neoliberisti a seconda del vento che tira? Il crollo della Lega dovrebbe darci un tantino di speranza. Salvini col suo rebranding ha toppato in pieno, ma è lì perché c’ha gli amici giusti.    La sinistra invece è nemica di se stessa e si fonda, sfonda e rifonda  per distinguersi dal PD che non lo è abbastanza. Ma la perfezione morale non esiste, il partito perfetto non esiste e l’unica sinistra che può funzionare è una sinistra plurale dove non si è d’accordo su tutto ma coi compromessi si va al governo.

“E allora bastava votare tutti il PD”

No. Ma tutto ciò che si dichiara di sinistra e non è il PD si dovrebbe unire. Così avremmo una sinistra moderata/pseudedestra/whatever del PD e una coalizione unica di tutti gli altri partiti che in qualche modo ci hanno provato ma da soli non ce la fanno. In tal modo il voto non dovrebbe essere costantemente tecnico. Oppure il PD fa una mossa da fenice ma non è che fino ad ora non ne abbia mai avuto l’occasione o nessuno gliel’abbia detto. Per di più l’ennesimo rebranding non sarebbe nulla di nuovo, estremamente rivoluzionario sarebbe invece se TUTTI gli altri partiti si unissero in una convivenza delle differenze. Sarebbe lo scacco matto dopo aver toccato il fondo, sarebbe di per sé già una piccola rivoluzione. Potrebbero ramificarsi più velocemente e fare vero e proprio organising come lo chiamano qui. SI potrebbe parlare di lavoro sul territorio in larga scala e si arriverebbe piano piano anche al “popolo” che in realtà possiede del potenziale anticapitalista che si sfoga in teorie complottiste perché non viene adeguatamente politicizzato. Una cosa che si potrebbe fare, come elettorato consapevole, è chiedere direttamente e in maniera pedante e polemica: “Perché non siete assieme a X?”

Oppure no, continuate a fare a gara a chi ce l’ha più grosso fino a che non moriamo tutti perchè il pianeta è inabitabile, rifondate un altro partito con un nuovo logo e scriveteci Partito Stalin Vivo o Partito dei Salamanca che tanto è uguale perché una sinistra che odia non è possibile, non funziona e in realtà odia solo se stessa.

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