#queneauchallenge #esercizidistile #presente #32

PRESENTE

Si sveglia, si stiracchia, guarda davanti a sé ed inizia a ballare. Danza, danza, danza, la ragazza danza nella realtà fino al salotto. È mattino, è Agosto, è a Berlino. La ragazza si sente presente, fra gli oggetti della casa. Grounding. Tocca la parete ruvida del muro, la maniglia fredda della porta, il leggero tessuto del pigiama e, sotto, il suo corpo caldo. Delinea le curve che trova e poi si spettina i capelli, li porta verso l’alto e li fa scorrere fra le dita. Grounding. Qui e ora. Prende il cellulare e si mette ad ascoltare i CCCP. L’odore è di chiuso e di resina. I suoni del traffico sono molto lontani, solo un ticchettio dalla stanza adiacente. Balla, balla, balla, nel mezzo del divano, morbido fino ai ¾, del severo tavolo in legno, del mare di volantini e poi, nell’estasi, in quel completo esserci inciampa. Un marsupio nero con una scritta “Si vive meglio senza i nazisti”. È lo Zeitgeist che si diverte a fare gli sgambetti. “Maledizione!” urla l’altro che nell’altra stanza vuole stampare dei fogli. La stampante non funziona. Volano ancora più fogli e poi sbatte la porta. Quando l’altro se ne va di fretta, il presente la finisce di ballare e inizia a soffocare. La soffice moquette non è più un nido e l’abbandono è l’unica opzione. La solitudine da marsupio non si cura della fievole luce che viene dalla finestra, perché è tutta dentro la testa. Lontana dal materiale, la ragazza che non balla più, si avvicina al pc e inizia a scrivere. Non è più presente, ma si annulla in un corpo leggero dal collo rigido, si sente come in macchina nei lunghi viaggi. “Ci dobbiamo fermare?” le chiede la madre, dopo la seconda curva. La stessa madre che le mette i mi piace agli articoli da lontano. La ragazza sparisce lentamente, nei suoi pensieri e poi su un bus. Del presente rimane solo un pijama, gli ultimi oggetti sulla scrivania, gli appunti sul calendario, la tazza mezza piena, i documenti, la carta del cioccolato. La più grande menzogna è che il dasein si può gestire come una semplice allergia alla definizione- la ragazza-l’immigrata-l’italiana-la donna-la fidanzata-la studentessa- la figlia- la scrittrice-la bambina- quando in realtà un soggetto è continuamente costretto a rendersi estero per sopravvivere. E chi decide la gerarchia di questi spostamenti aleatori?  Come i volantini che si spostano senza che ci sia vento nel salotto. L’altro? “Come si sente, adesso?” Presente non vuol dire contemporaneo.

#queneauchallenge #esercizidistile #comunicatostampa #26

COMUNICATO STAMPA

Stanchi di seguire le vicende politiche con la superficialità di un meme? Ecco a voi “Esercizi di stile”, il romanzo a puntate, il diario virtuale, il manifesto politico, l’ennesimo blog inutile. L’autrice, italiana emigrata a Berlino, che alcuni voi ricorderanno per titoli come “Romanticite”, “Sunset-I dolori della giovane Beatrice” e l’opera teatrale in 5 atti “Il risveglio di Giulietta”, si cimenta questa volta in un anti-meme raccontandovi uno spaccato di vita, senza eccessivi sentimentalismi ma occhio per la denuncia sociale, tante volte quante potete immaginare, scegliendo sempre uno stile diverso. “é stato un processo in divenire” commenta il nuovo talento “un giorno sei lì davanti a Facebook che conti i mi piace di tua madre e quello dopo, anche”. Questo Natale regalatevi una full immersion nella vita di qualcun altro, svegliate il cervello nella ricerca continua di nuovi indizi in quella che pare sempre la stessa storia, sfidate i limiti e le possibilità della retorica e della vostra lingua madre con l’aiuto di esercizi ispirati allo scrittore Raymond Queneau. Alice e Luca i protagonisti di questo spaccato quasi ahimè borghese, alla ricerca di fogli stampati e vecchie ballabili ideologie.  Tutto sembra seguire la trama della mattinata tranquilla fino a quando qualcuno inciampa e finisce per cambiare le sorti della letteratura italiana contemporanea.

Fino ad esaurimento scorte, in libreria insieme all’acquisto del volume avrete la possibilità con soli 5 euro in più di portarvi a casa anche un marsupio con su scritto “La vita è meglio senza i nazisti”. Metà degli incassi verrà devoluto all’associazione Psicologi Italiani a Berlino che si batte perchè abbiano la Zulassung della Krankenkasse.

( La Zulassung fa sì che i costi della terapia possano essere coperti dall’assicurazione statale tedesca anche se il professionista è italiano e lavora in italiano)