#queneauchallenge #esercizidistile #arcobaleno #11

ARCOBALENO

Una mattina giallo spento, entro nel salotto arancione e comincio a ballare canzoni verde acido in maniera molto gaia, giallo scuro. Dentro mi sento rosa, viola e blu. Mentre danzo sui CCCP inciampo su un marsupio nero e rosa con scritto “Si vive meglio senza i nazisti”. Per terra ci sono un sacco di volantini rossi e il mio fidanzato ocra sta stampando un sacco di fogli bianchi in un ritardo che tende al grigio. Non appena se ne va io rimango in una solitudine nera e penso all’arcobaleno di scrivere un blog, o riuscire a fare sport senza quella paura marrone. Qualche ora dopo la mia psicologa blu ascolta i miei pensieri riguardo il troppo poco tempo che si concede al cromatismo, nello scrivere come nel definire la sessualità. È inutile che si stampino le maglie con scritto “Women Power” di fucsia, se poi sono fatte in india in una fabbrica sabbia di soli individui femminili terra sottopagati. Certi arcobaleni sono come i mi piace tattici. E no, non parlo di quelli di mia madre, i suoi sono molto più azzurri e lei non deve vendermi nulla perché il voler bene è solitamente gratuito con spese di spedizione incluse. No, non la voglio la maglietta del Pride se non è di un’azienda che finanzia progetti di sensibilizzazione un minimo burgundy, tienitela Amazon.

#queneauchallenge #esercizidistile #anarchia sintattica #10

ANARCHIA SINTATTICA _ TENTATIVO DI SINCHISI

Un mattino in disordine mi trovo nell’ arancione e salotto i PCCC a ballare. Poco leggiadri i miei movimenti mi inciampare fanno sopra con scritto un marsupio “Meglio Si vive i nazisti senza”. Finire lo Zeitgeist per terra per, Luca della luce alla velocità stampa fogli alcuni e poi ne se va, a quanto sia buffo mentre penso. Di aprire un blog di sport fare a pensare rimango sola, e che mi piace mette alle cose poche a mia madre che scrivo su Facebook. Alla mia terapista che vorrei scrivere molto di più ma il tempo manca mi, a breve dirò. Berlinese è una brutta giornata, Agosto è se anche con sole poco.

#queneauchallenge #esercizidistile #pronostici #9

PRONOSTICI

All’incirca cinque minuti prima del suono della sveglia- anche se non avrai messo la sveglia quel giorno-ti sveglierai di colpo con una grande voglia di vivere. Ti ritroverai a ballare per casa, con grandi cuffie e grandi emozioni. Inciamperai, come ogni saggio nella ricerca della verità, in un marsupio che diverrà il simbolo del tuo tempo. Non sarai più un personaggio, bensì ti tramuterai anche tu in un qualcosa di più grande, in un’intera generazione. Tu lo vedrai, l’uomo di fretta, indaffarato, e lo saluterai dall’alto della tua quiete arresa. Inizierai a portare l’arancione, a scrivere di più e ti distaccherai da ambizioni sociali per immergerti in ritiri spirituali. Questo per circa un’ora, poi tornerai nell’ansia della solitudine più estrema a biasimare i tuoi chackra e il tuo insegnante di yoga futuro che sicuramente sarà un bianco accecato dall’appropriazione culturale. In tutto questo però tua madre ti vorrà sempre bene e ti osserverà con occhi di approvazione, e il tuo oracolo-terapista ti seguirà fino a che non diventerai un gentrificato individuo che si nutre di milkshake proteici e pillole per gli attacchi di panico.

#queneauchallenge #esercizidistile #sogno #8

SOGNO

Vorrei urlare ma non esce alcun suono dalla mia bocca, non riesco a muovermi dal letto e intorno a me girano strani personaggi. Uno sembra il tipo che mi piaceva al liceo ma il volto è sfocato, poi c’è una ragazza che mi fissa e ci sono i miei genitori. È come se vedessi tutto attraverso l’armadio a specchi, aspetta ma non sono in casa mia! Riesco ad alzarmi e scopro di essere in una specie di hotel, con mobili barocchi e un sacco di dorature che tendono all’arancione, assomiglia a casa dei miei nonni ma non lo è. Ci sono un sacco di cose per terra e continuo a calpestarle. Qualcuno sbatte forte una porta e sento una paura che sale. Una delle figure sembra un ufficiale, un soldato, mi segue, e io continuo a inciampare e ad avere la sensazione che mi manchi il tempo. D’un tratto sparisce tutto e la ragazza, da sotto al tavolo, si alza e mi bacia e iniziamo a danzare. Non c’è luce, la città dalla finestra sembra una metropoli post-apocalittica. Suona il cellulare ma non riesco a rispondere e inizio a sentirmi in colpa. Vorrei potervi salutare tutti ma non mi basta il tempo, domani torno a Berlino. E vorrei fare l’amore con qualcuno ma è come se non ci fossero luoghi chiusi, non ci sono porte in questo hotel? Cerco il mio ragazzo, mi chiedo cosa abbia visto della scena prima, lo vedo in lontananza, corro tantissimo ma lui sparisce come Patroclo nelle braccia di Achille non appena lo tocco. Qualcuno mi ha fatto un regalo ma non mi piace, eppure si è impegnato tanto. Sono solo un’egoista. Cerco di mettere in ordine per terra, mi hanno regalato un marsupio e una saga fantasy di quando ero piccola, abbraccio mia madre e                                                                                  

A questo punto mi sveglio con l’affanno: sono sul bus e mancano ancora due fermate prima della mia seduta settimanale.