#queneauchallenge #esercizidistile #imperfetto #36

IMPERFETTO

Si svegliava la ragazza, ogni mattina. Si svegliava col sole in fronte e la voglia di ballare, a volte. Si metteva le cuffie in testa e iniziava a muoversi sulle note dei CCCP. Non studiava, non lavorava, non guardava la tv ma inciampava. Inciampava in quelle sorti assidue ed insidiose che la vita le poneva di fronte, e sui marsupi. “Si viveva meglio senza i nazisti” c’era scritto sopra l’ostacolo.  L’imperfezione era la bellezza della giornata, l’errore la speranza che mancava per completare il tutto. Il ragazzo si lamentava, la stampante non funzionava ma la luce di quell’Agosto Berlinese soleggiava. Nel salotto l’entropia danzava, i volantini in terra li lasciava, la polvere imperversava. La ragazza oscillava le braccia nella sua danza della realtà. (Lo Zeitgeist che la osservava, da una comoda parentesi, e se la rideva). Capitolava al suolo, capitombolava sulla moquette. Così era se ci si alzava con quella frizzante energia di arte. Il ragazzo ancora si lamentava, doveva stampare e poi se ne andava, sbatteva la porta e rincorreva la produzione della giornata. Aveva le prove. Cosa erano le prove se non un bellissimo imperfetto? Era sola adesso e si sentiva mancare. Mancava cosa? Tentava di scrivere, di riempire con le parole il vuoto, si argomentava realtà parallele ma si sentiva comunque mancare. Succedeva spesso che le suonassero le orecchie e allora era l’altro, o che le facesse male la pancia, allora era lei. La mancanza, l’imperfetto, si dileguava a volte con dei mi piace di sua madre che leggeva le sue disperate odi, con qualcuno che leggermente la baciava sul viso prima di sbattere la porta o con le parole di sconosciuti specialisti.  L’imperfetto era la paura, l’unico tassello mancante all’esserci, ma era anche la leggiadria dell’ignoto, la domanda a scelta multipla, l’ultima figurina per completare la crisi. Si guardava le mani che scorrevano veloci sulla tastiera abbracciando ogni typo con un panico barocco  come quello di Achille che cercava Patroclo, come quello dell’imperfetto che  cercava di abbracciare il presente.

#queneauchallenge #esercizidistile #insistenza #29

INSISTENZA

Una mattina di Agosto a Berlino una ragazza immigrata si sveglia nel suo letto illuminato dalle prime luci di un’estate della capitale tedesca. In quella che per alcuni è la capitale europea, un’immigrata si sveglia felice, presa da un volteggiamento quasi barocco. Questa giovane che ha lasciato il suo paese non lascia il tempo che trova bensì inizia a danzare per la casa, capitando nel salotto, dalla cui finestra si percepisce che è proprio una bella giornata estiva nella città senza più muro. Un sinonimo di quell’individuo che balla senza tregua nel salotto illuminato dalle prime luci della capitale tedesca, inciampa su un marsupio. Il marsupio fa parte dell’habitat del salotto illuminato, assieme a moltitudini di volantini contro il Decreto Sicurezza e Simili. Lei, la ragazza emigrata, ci inciampa. “La vita è meglio senza i Nazisti, la vita” è scritto su quel marsupio dove è inciampata la ragazza che si è svegliata in una mattinata di Agosto caldo e berlinese. Mentre danzava sulle barocche giravolte dei CCCP, quella fanciulla è inciampata e ha sentito una botta di Zeitgeist che ha sfiaccato il suo felicitarsi dell’esistenza mattutina di un Agosto berlinese. Proprio nello stesso Agosto, nella stessa casa, nello stesso momento, un immigrato si arrabbia con una stampante e di fretta se ne esce da una casa berlinese illuminata da un Agosto d’inciampo. Di quel ragazzo italiano che si è trasferito all’estero per fare musica, la ragazza che si è trasferita all’estero per fare teatro, sente la mancanza. Quella mancanza a Berlino, capitale europea, illuminata dal sole delle prime luci di un agosto d’inciampo, ha poco senso. La ragazza immigrata che si era svegliata nel suo letto e che non lascia il tempo che trova, sente forse quella paura d’inciampo dovuta all’insistere, davanti a finestre illuminate, un voler scrivere, un voler diventare, un voler essere, un blog. La madre della ragazza che non lascia il tempo che trova è spesso nei suoi pensieri e nelle sue mancanze e nelle sue notifiche di apprezzamento di facebook ai post lunghi che non legge nessuno. Nessuno legge i post lunghi di quella ragazza che si sveglia danzando in un agosto di capitale europea d’inciampo e lei finisce per dover fare una terapia illuminata dalle prime luci di una rivolta politica che parte dal letto e finisce in un marsupio, una terapia che disdegna le stampanti, una terapia d’urto in un salotto di Berlino, una terapia di stereotipi ed eccezioni, di pregiudizi ed insistenti metafore contemporanee. “La vita è più bella senza i nazisti, più bella”.

#queneauchallenge #esercizidistile #negatività #19

NEGATIVITà

Non era sera nè pomeriggio: era mattino. Non presto, ma neanche troppo tardi per la capitale. No, non era a Londra e neanche a Parigi, bensì proprio a Berlino. Non erano due ma solo uno dei soggetti a ballare, di certo non a cantare. L’altro non ballava né cantava, ma si innervosiva. “Non trovo gli spartiti” diceva senza gridare. Il soggetto che non cantava ma ballava, oltretutto cadeva. Ma cosa non stava ascoltando? Non erano gli MGMT e neppure i M83, ascoltava i CCCP! “Oh, no! Che rabbia!”. Era inciampata non su un lego, non su una buccia di banana ma proprio su un marsupio dove non c’era scritto “Stasera faccio la brava” e neanche “You can’t do it” ma “Si vive meglio senza i nazisti” e non in inglese e neppure in italiano: in tedesco. Ad un certo punto ma non all’improvviso, è la porta e non la finestra a sbattere. Non la donna ma l’uomo se ne è andato, dopo aver preso a calci la stampante nonché la sedia. La donna, e non l’uomo, rimane a pensare ed ha una serie di pensieri non positivi. “Non dovrei perdere tempo così, non dovrei poi lamentarmi”. Non sono avvenimenti specifici, ma il nulla a farla incazzare. Neanche i mi piace di sua madre e i commenti della psicologa sembrano mitigare il negazionismo del quotidiano. “Non dovrei non fare sport e non aprire un blog”

#queneauchallenge #esercizidistile #precisazioni #14

PRECISAZIONI

20 minuti e 34 secondi prima del suono della sveglia, l’individuo alto 157 centimetri e di peso 40 Kili si alza di colpo dal letto, un matrimoniale di Ikea misura 140x200x12 con materasso con fodera antiacaro e doghe in legno. L’individuo prende in mano le cuffie malfunzionanti e inizia ad ascoltare i CCCP-Fedeli alla linea, band formatasi a Berlino nel 1982, con un volume molto alto superiore ai 78 db consigliati dagli esperti. Il suo corpo si muove a tempo di musica, indossa la camicia da notte di Mafalda con sopra scritto “Oggi sono tremenda” e canticchia: “Non studio, non lavoro, non guardo la tv”. In realtà fa molto delle prime due cose, ed ha Netflix che comunque conta. Il salotto è molto ampio ma nonostante la disponibilità di spazio, la ragazza- perché trattasi di un individuo dotato di vagina e quindi secondo la consuetudine definito così- è riuscita a spargere i volantini ovunque. I volantini sono grandi come metà A4 e ce ne sono di vari tipi. Uno è un piccolo libro che spiega come parlare con i razzisti, poi ci sono parecchi adesivi per coprire le svastiche che si trovano sui muri e segnalare che prima lì sotto c’erano cose anticostituzionali. Questi si trovano più che altro sotto il tavolo, accanto ad alcune foglie morte e le fotocopie dell’esame di “Rappresentazione dell’Interculturalità nel teatro” con sottolineature arancioni e giallo fosforesecente. Più vicino al divano, lungo due metri, sfondato, e di colore rosso, ci sono i volantini delle NGO che cercano di salvare i migranti in mare che cercano di raggiungere le coste europee. Ci sono un contrabbasso, un pianoforte elettrico, due tavoli di legno e una grande libreria. La ragazza inciampa sopra un marsupio che si trova fra uno dei tavoli di legno e il divano. Il marsupio è nero con la scritta viola che in tedesco dice: “Si vive meglio senza i nazisti”. Proviene dallo stesso banchetto dal quale provengono i volantini: un festival per fare informazione contro le estreme destre che stanno spopolando nel Sachsen e nel Brandeburgo. La ragazza ci aveva passato una giornata intera e si era molto divertita, ma poi le elezioni erano andate come erano andate. Mentre la ragazza si riprende, un individuo di un metro e ottanta, di sesso maschile, con i capelli molto lunghi, impreca contro la stampante marca Brother HL-L2340DW. Sta ancora indossando il pigiama ma dice di essere molto di fretta “Fra venti minuti dovrei già essere alle prove”. Sta aspettando che la stampante sputi fuori i tre A4 che gli servono per fuggire. Non appena i suoi desideri vengono esauriti, corre via sbattendo la porta di legno senza serratura blindata. La ragazza si ritrova sola e  si mette sulla scrivania di legno a scrivere sul suo portatile comprato da poco. Vuole scrivere ma prima deve fare chiarezza sui suoi sentimenti e fare gli esercizi per la cervicale. Si sente in un equilibrio perfetto fra il triste e l’apatico e non riesce a delineare i suoi progetti. Vuole chiamare sua madre per ringraziarla dei mi piace che nessun altro le ha messo all’ultimo post su Facebook delle 18.10, ma dovrebbe prima chiamare la Vodafone per fare la consueta mastodontica ricarica di 15 euro al mese (perché ha superato il traffico in roaming consentito nel paese ospite e il contratto è italiano). Dovrebbe anche aprire un blog e iniziare a lavorare sulla sua presenza mediatica, visto che per lavoro si occupa di analizzare quella degli altri, codificandola con quasi inutili precisazioni numeriche. Ma di lì a poco, circa 50 minuti, deve presentarsi dalla sua terapista per fare un altro tipo di analisi. Guarda le mura arancioni e comincia a fare noiosi pensieri organizzativi, poi si veste e se ne va nell’agosto Berlinese del 2019.

#queneauchallenge #esercizidistile #sorprese #7

SORPRESE

Come mi sono svegliata bene quest’oggi! Neanche un piccolo incubo!- che meraviglia! Era così tanto che non ballavo- oh la cuffia destra non funziona più! Ma riesco comunque ad ascoltare questa canzone dei CCP, ah ma questa neanche la conoscevo! È molto ritmica, ma ecco che parte la voce- inaspettata proprio. Ahi! A questo non avevo proprio pensato: inciampare su un marsupio anti-nazista mentre ascolto i CCCP, che curioso! Come anche non mi sarei immaginata di dover far propaganda contro l’apologia del fascismo nel 2019 in Germania, che buffo! Forse dovrei mettere in ordine il salotto? Non credevo che fosse ancora così sporco e- mannaggia- ma è pieno di volantini sotto al tavolo! “Luca che fai, devi già andare via a quest’ora?” “Sono in ritardissimo”. Tutte le volte che sbatte la porta sobbalzo, come se non avessi mai udito un simile rumore. Ma quanto è arancione questa mattina! Tutto merito delle pareti del salotto, il sole è quasi inesistente. Non mi aspettavo di dover rimanere sola di botto, a volte la prendo un po’ troppo male e inizio a rimuginare. Oh mia madre che mette mi piace ad un mio post! Che bello! Sarebbe ancora più bello se un giorno-sorpresa!- avessi intere lunghe giornate solo per scrivere…Oh ma in realtà se non mi vesto arrivo anche io in ritardo! Ho appuntamento con la terapista e non è proprio dietro l’angolo. Fammi googlare: l’autobus è in orario! Oh ma questo è un miracolo!!! Una corsetta non era pianificata ma non mi fa altro che bene.